In Piazza del Duomo a Firenze, il ciclo scultoreo alla base del campanile di Giotto evoca, con indiscussa bellezza e forza simbolica, un’idea di lavoro che risponde alle esigenze originarie dell’uomo.
Derivata dalla tradizione giudaico-cristiana, questa concezione del lavoro ha contribuito a trasformare Firenze da borgo anonimo a città dominante in Europa e dell’Europa stessa ha influenzato l’evoluzione storica e culturale. Il lavoro non è più concepito come nemico dell’anima e attività propria degli schiavi, ma come luogo dove l’uomo esercita la responsabilità verso il mondo, perseguendo il bene comune.
Nel lavoro l’uomo si realizza, scoprendo il significato di sé e della realtà.
Nel lavoro il tempo umano diventa storia.
L’esperienza quotidiana, invece, riduce frequentemente il lavoro al luogo dal quale l’uomo cerca di evadere il prima possibile o, all’opposto, al luogo nel quale l’uomo si radica alla ricerca del successo personale, per esercitare il potere sugli altri e sull’ambiente.
L’uomo del Medioevo, che ha disegnato e scolpito le formelle del campanile di Piazza del Duomo a Firenze, ha ancora qualcosa da dire sul lavoro all’uomo di oggi? Il lavoro è ancora il luogo in cui bisogni e desideri mobilitano la libertà e la creatività
E’ con queste domande che proponiamo la mostra “IL LAVORO E L’IDEALE – Il ciclo delle formelle del Campanile di Giotto”, rivolta a chi del mondo del lavoro fa già parte e al giovane che vi si affaccia.
La mostra sarà preceduta da una conferenza di presentazione che ne illustrerà le origini e le ragioni, fornendo le chiavi di lettura contestualizzata nel complesso storico e artistico di Piazza del Duomo.
A conclusione dell’iniziativa è prevista una tavola rotonda alla quale parteciperanno esponenti del mondo del lavoro locale e della formazione professionale, i quali porteranno le loro testimonianze su come sia possibile attraverso il lavoro conoscere se stessi e il mondo, e, attraverso la loro attività d’impresa, contribuire al bene comune.
LA MOSTRA
Le formelle alla base del Campanile, disegnate da Giotto e scolpite da Andrea Pisano e la sua scuola, costituiscono il più grande ciclo di storia del lavoro di tutta la storia dell’arte. La cultura medievale, concependolo come espressione creativa dell’uomo libero, giudica il lavoro decisivo nell’edificazione della civiltà e nel rapporto con il destino. La mostra è composta da calchi in gesso, ricavati dalle formelle del Campanile, e da pannelli di testo.
Venerdì 6 Maggio - ore 20.45 PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA
Perchè nel Medioevo si avvertiva l’esigenza di dedicare interi cicli artistici alla storia del lavoro? Perché proporre oggi un giro intorno al Campanile di Giotto alla scoperta delle formelle sul lavoro? Il ciclo delle formelle è ancora in grado di suggerire un significato alla fatica quotidiana che il lavoro comporta?
Mariella Carlotti - curatrice della mostra
Venerdì 13 Maggio - ore 20.45 IL LAVORO E L’IDEALE - tavola rotonda
Di fronte alle complessità e alle sfide del presente, è possibile rimanere competitivi senza censurare il desiderio personale di realizzazione e il perseguimento del bene comune? Ascolteremo le testimonianze di chi si è messo in gioco facendo impresa e di chi opera nella formazione professionale, la cui collaborazione può risultare decisiva non solo in termini economici, ma anche nel trasmettere una concezione umana del lavoro."
Fabio Marabese - imprenditore
Daniele Dal Ben - direttore cooperativa sociale
Alberto Grillai - vicepresidente e delegato regionale della federazione Cnos-fap
Autore: Famiglia Diventa Ciò Che Sei
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