L’esperienza delle origini attesta che Don Bosco coinvolse molti ragazzi affinché fossero dei veri apostoli in mezzo ai loro coetanei. Così l’oratorio: gli adulti incontrano i giovani e i giovani incontrano i ragazzi più piccoli; ad ognuno è affidata la responsabilità di collaborare alla crescita morale e spirituale degli altri. In questo modo i giovani diventano essi stessi protagonisti del proprio cammino di crescita all’interno di una comunità di credenti appassionati di Dio che annunciano il Signore Gesù.
Don Bosco dimostrò in tutta la sua azione di educatore, pastore e fondatore una grande capacità di intuire le possibilità e le doti di ciascuno, di corresponsabilizzare anche i più giovani tra i suoi collaboratori, di armonizzare nel lavoro apostolico competenze molto diverse, di individuare per ciascuno un lavoro congeniale all’indole e alla formazione. Fu sempre consapevole della necessità di una carità cooperativa nel servizio educativo e pastorale, convinto che lo Spirito Santo suscita i carismi a beneficio di tutta la Chiesa.
L’oratorio, nella nostra tradizione si prende cura della crescita dei ragazzi avendo a cuore la maturazione integrale della persona, per questo accompagniamo i ragazzi a vivere l’ambiente oratoriano attraverso il gioco, l’incontro spontaneo in cortile; a vivere un impegno attivo in oratorio (attività sportive, culturali, musica, danza, teatro); a seguire itinerari formativi e spirituali e a vivere l’appartenenza a gruppi impegnati; vivere un impegno diretto nell’animazione apostolica.
«Realizziamo nelle nostre opere la comunità educativa e pastorale. Essa coinvolge, in clima di famiglia, giovani e adulti, genitori ed educatori, fino a poter diventare un’esperienza di Chiesa, rivelatrice del disegno di Dio. In questa comunità i laici, associati al nostro lavoro, portano il contributo originale della loro esperienza e del loro modello di vita»
La CEP dell’oratorio è costituita quindi da tutti coloro che prestano un servizio attivo nell’oratorio. Pur essendo certamente una forma atta a migliorare l’organizzazione educativa e ad utilizzare meglio le varie competenze dei laici, la CEP dell’oratorio è soprattutto un’esperienza di comunione e di corresponsabilità. Costruire la comunità educativa pastorale significa riuscire a coinvolgere direttamente tutti i membri e a renderli corresponsabili dell’esperienza educativa e della formazione cristiana. La comunità salesiana non si chiude quindi nel gruppo religioso; essa espande la sua comunione a cerchi concentrici sempre più ampi.
In quanto nucleo animatore della CEP, la comunità salesiana ha un compito specifico d’animazione dell’oratorio. Tutti i confratelli della casa, non solo gli incaricati, con tempi, stili e ruoli diversi, sono corresponsabili di tale animazione che si attua con: la testimonianza di comunione fraterna e di apertura cordiale ai giovani; l’offerta di esperienze di fede e di preghiera condivisa con loro; la proposta di lettura e interpretazione della realtà in ottica cristiano cattolica; la partecipazione attiva nell’elaborazione e verifica periodica del PEPS locale.
Assieme alla comunità salesiana tutte le persone che rivestono una funzione educativa - evangelizzatrice (ad es. animatori, educatori, allenatori, capi scout, adulti e giovani volontari) costituiscono la CEP. Il loro apporto consiste fondamentalmente: nell’essere punto di riferimento per i ragazzi e i giovani, testimoniando la sequela di Cristo e la loro appartenenza alla Chiesa; nel vivere da vicino la realtà dei giovani, dedicare tempo per stare in mezzo a loro, condividere e apprezzare ciò che loro piace e favorire la loro maturazione integrale; nell’animare il progetto dell’oratorio attraverso la responsabilità e il coordinamento dei diversi gruppi e attività proposte; nel lavorare in équipe e mantenersi in un continuo processo di formazione come educatori e come uomini e donne di fede.
Nel contesto culturale odierno è imprescindibile il coinvolgimento delle famiglie nella CEP affinché l’azione educativa sia efficace.
Nella tradizione salesiana i giovani non sono solo i destinatari di una proposta ma vengono coinvolti per esserne i principali attori. Ogni giovane che apprezza l’esperienza oratoriana e ha colto qualcosa dello spirito che la anima è invitato a entrare nella dinamica dell’apostolato.
Ha scritto don Pascual Chavéz, rettor maggiore emerito: «Non mi sembra un’esagerazione affermare che alle origini della Congregazione i giovani sono stati veri «confondatori» insieme a Don Bosco; alcuni giovani, infatti, formavano il primo nucleo che si impegnò ad erigersi in Società o Congregazione». Come dei giovani sono stati confondatori dell’opera salesiana, così oggi essi possono avere un ruolo profetico fondamentale.
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