del 10 marzo 2023
I volontari del Dim.mi, terminato l'impianto eletttrico del nuovo laboratorio della scuola professionale, lasciano lo Zimbabwe con il cuore carico di emozioni
Missione Don Bosco Hwange Zimbabwe venerdì 10 marzo 2022
Oramai è passato un mese dal nostro arrivo qui in Zimbabwe un mese pieno di nuove esperienze con persone ed esperienze di vita completamente diverse dalle nostre.
Dopo la prima settimana caratterizzata dalle abbondanti piogge il tempo si è stabilizzato con temperature massime vicine o superiori ai 40 gradi, la massima di ieri è stata di 45,8 gradi.
Noi siamo moto soddisfatti del lavoro fatto. Non è facile lavorare in questi posti perché bisogna arrangiarsi con quello che si ha inventandosi delle soluzioni, dove molto spesso è difficile trovare anche la chiave da 22 che ti serve, spesso abbiamo dovuto costruirci le mensole ed altri pezzi che ci servivano, qui non ci sono negozi dove andare ad acquistare il materiale, i più vicini si trovano a centinaia di chilometri da qui.
Un esempio, qui c’era un taglia erba elettrico che non funzionava perché si era guastato il condensatore. Non riuscendo a trovarlo neanche a Vittoria Falls, dove c’è un negozio che sembra abbastanza fornito, ne abbiano recuperato una da una vecchia lavatrice, ferma da anni, abbastanza simile all’originale rimettendo in funzione la macchina.
Dopo aver tanto lavorato per la costruzione dell’impianto elettrico del nuovo laboratorio, montato la cabina, posato il cavo di media tenzione e costruito il punto di consegna MT speravamo di veder funzionare le attrezzature già posizionate nel laboratorio, ma questo non sarà possibile perché la società elettrica locale (ZETDC) non ha eseguito l’allacciamento alla rete.
La costruzione dal punto di consegna per noi è stata una novità in quanto, in Italia, la consegna dell’energia in media tensione avviene sempre in locali chiusi e non all’aperto; infatti, la cabina è stata costruita in questa ottica. Qui invece il punto di consegna è costituito da due sostegni in legno, nei abbiamo dovuto fissare la ferramenta tramite bulloni (autocostruiti) passanti forando i sostegni di legno. Loro avrebbero usato una trivella a mano, noi siamo riusciti a modificarne una per poterla utilizzare con i trapani a batteria.
Anche il caldo non ci ha aiutato perché, oltra al fatto di lavorate tutto il giorno sotto il sole, la batterie dei trapani si surriscaldavano e si scaricavano velocemente obbligandoci a sostituirle dopo pochi minuti di lavoro.
Abbiamo dovuto costruirci alcune mensole, come già detto i bulloni passanti, per fortuna che con noi c’è Mario, abile fabbro, che con flessibile, saldatrice ed un trapanino a colonna del tipo hobbistico è riuscito a costruire quanto ci serviva.
Durante questo lavoro con noi c’è sempre stato un operaio do ZERDC che ci diceva cosa fare, però ogni qualvolta che passava altro personale di ZETDC c’era sempre qualche cosa che non andava bene e che bisognava rifare.
Ieri mattina finalmente abbiamo terminato il lavoro perché dovevano arrivare gli operai di ZETDC per allacciare il punto di consegna alla rete elettrica nazionale. Al mattino si è presentato il solito operaio, dopo qualche ora ne sono arrivati altri quattro che si sono fermati una decina di minuti e se ne sono andati. L’operaio rimasto ad un certo momento ci ha chiesto se gli prestavamo le nostre scale, una corda, la cintura di sicurezza e se un paio di noi gli dava una mano per tesare i conduttori.
Verso mezzogiorno è partito per andare a staccare la corrente ed ha cominciato da solo, con l’aiuto di quattro operai della missione, a tesare i conduttori operazione che si è conclusa dopo le 17.
Adesso rimane da eseguire i collegamenti e posare il contatore. Per la posa del contatore deve arrivare, non si sa quando, un tecnico, dalla città di Bulawayo che dista circa 400 Km da Hwange.
Domani partiremo da qui per ritornare dalle nostre famiglie con la speranza che qualcuno esegua le prove e le verifiche degli impianti che noi non potremmo eseguire.
Mentre stavo scrivendo questo post, ciliegina sulla torta, ci hanno comunicato che l’operaio della ZETDC si è ammalato e se potevamo terminare noi il suo lavoro perché non sapevano quando potevano venire.
Il nostro primo giorno qui è iniziato con il saluto ai circa 400 ragazzi che frequentano i corsi già avviati, oggi ultimo giorno di permanenza, è iniziato con il saluto di arrivederci dei ragazzi della scuola.
Un grazie alle nostre famiglie che ci hanno supportato in questa nostra avventura, a tutto il personale della missione che ci ha aiutato quando ne avevamo bisogno, a tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio caricando i container, reperendo i materiali necessari ed a tutti coloro che ci hanno sostenuto.
Un caloroso saluto a tutti voi che ci avete seguito tramite i media e che ci siete stati vicini con i vostri commenti e le vostre reazioni ai nostri post.
Ciao, e se vi piace continuate a seguirci tramite Facebook.
Augusto, Giorgio, Luigino e Mario
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