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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

L'attesa silenziosa di Gesù, di Maria, di Giuseppe

del 28 dicembre 2021

Una proposta di formazione per adulti in preparazione al Santo Natale...

Domenica 19 dicembre si è tenuto in  oratorio un momento di riflessione per adulti, in preparazione al Santo Natale.

Ha guidato l’incontro don Stefano Mazzer, salesiano, che ha esordito parlando del silenzio di Gesù, inteso come atteggiamento di Colui che non “parla” per poterci ascoltare. Noi ci impegniamo a far silenzio per ascoltarlo, mentre  dovremmo  imparare a rimanere in silenzio per capire quanto Lui ci ascolta. Egli potrà parlare al nostro cuore nella misura in cui noi vorremo “insegnargli” la nostra lingua, perché è attraverso di essa che egli comunica con noi.  

Riflettendo sulla vita di Gesù, ci rendiamo conto che, sin dall’inizio, egli non parla: quando nasce  non si esprime (un neonato non parla); quando è piccolo ascolta la voce di Maria, tace ed impara poi ad esprimersi con il  linguaggio del luogo dove è nato. Quanto silenzio vive Gesù dentro di noi? Non alza la voce, sta  zitto e ci ascolta. Tace perché ama.

Il relatore ha proseguito parlandoci del silenzio di Maria e citando le parole di due grandi donne: Madeleine Delbrel e Annalena Tonelli. La prima, morta nel 1968, ha scelto di vivere la sua vita nei bassifondi della metropoli di Parigi; così scriveva nel suo libro Noi delle strade: “Il silenzio è la sede della Parola di Dio e se, quando parliamo, ci limitiamo a ripetere quella parola, non cessiamo di tacere”. La seconda, missionaria laica in Etiopia e morta assassinata, in una sua lettera si interroga così: “Mi sarà dato di tacere, di servire e condividere nel silenzio?”. Anche Maria è piena della parola di Dio, e per questo non ha bisogno di pensare o parlare del suo “io”. Nello stesso Magnificat non pone se stessa come motivo  di lode, ma Dio e la sua potenza. Il vero silenzio è lasciar posto all’Altro, come ella farà per tutta la sua vita.

Anche Giuseppe è pieno della presenza di Dio. Papa Francesco ci ricorda che i Vangeli non riportano alcuna parola pronunciata da Giuseppe e questo suo silenzio può essere messo in relazione con quanto scrive Sant’Agostino: “Nella misura in cui cresce in noi la Parola – il Verbo fatto uomo – diminuiscono le parole”. Nuovamente Papa Francesco a proposito di Giuseppe dice “Egli non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé”: non pensa a ciò che gli viene tolto (il progetto di un matrimonio, di avere dei figli…), ma a ciò che può donare a Gesù e a Maria. È un uomo dai gesti concreti di fiducia, non certo di lamentele.

Dopo la conclusione dell’intervento di don Stefano sono state date diverse opportunità: meditare di fronte al Santissimo  Sacramento; confessarsi, dopo un momento penitenziale comunitario; oppure recitare assieme il Rosario.  Il pomeriggio, così ricco di grazia, si è concluso alle 18 con la Santa Messa.

Si riportano qui sotto alcune  domande,  come   suggerimento per una meditazione personale.

  • Quanto rumore porta in me l’eco delle cose che vivo?
  • Il silenzio manca perché non ho tempo o perché tutto lo spazio del cuore è già pieno?
  • Quanto sono libero/a da me o quanto invece sono pieno di me?
  • Quanto nel mio parlare è sempre al centro l’io?
  • Quanto consegno la vita mia e degli altri alla sola Parola che salva?
  • Il  mio fare tanto per gli altri è vissuto nel primato del sacrificio o in quello del dono?

Autore: Anna Corazza

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